Agli albori, prima di Whatsapp c’era… il Videotel

Agli albori, prima di Whatsapp c’era… il Videotel
25 Marzo 2016 kinetica
Come eravamo

Ti ricordi del Videotel? Il primo vero esempio di scambio messaggi di testo in rete che fu introdotto dalla Sip in Italia nel 1981.

Il Videotel divenne operativo nel 1985 costituendo la versione italiana del francese Minitel e dell’inglese Videotex, sviluppato addirittura negli anni’60.

Struttura e costi del Videotel

Il Videotel era costituito da una tastiera e da un televisore, la grafica era molto simile al televideo e le informazioni venivano trasmesse tramite rete telefonica con una velocità di 1220 baud in entrata e 75 baud in uscita.

Per averlo erano necessarie 7000 lire per il noleggio del terminale dalla Sip e 12000 lire per il canone annuale di manutenzione.

Collegarsi al Videotel

Per collegarsi al Videotel il terminale componeva il “165” (e successivamente il “1651”) con uno scatto telefonico iniziale, quindi si digitava la propria password e partiva la tariffazione a tempo che era di 150 lire ogni 3 minuti durante il giorno, e ogni 9 minuti la sera.

Nel 1987 oltre all’apposito terminale ci si iniziò a collegare al Videotel anche attraverso il modem del Commodore 64 grazie all'”Adattatore Telematico 6499“: la versione italiana del modem inglese Miracle/Y2.

Appena si accedeva appariva la schermata iniziale con la lista degli utenti online e i relativi biglietti da visita contenenti una piccola presentazione.

Quando si riceveva un messaggio si vedeva in alto il biglietto da visita del mittente, al centro dello schermo un massimo di 5 righe di testo e in fondo alla pagina uno spazio di altrettante 5 righe vuote per scrivere le risposta.

La diffusione

La maggiore diffusione del Videotel in Italia fu nei pub dove le chat più note divennero “Phenomena” e “Metropolis” a Milano, “Fuori Orario” a Pavia, “Movida” a Venezia e “Zabriskie Point” a Cagliari.

Non solo privati però, nel Videotel infatti c’erano anche gestori di pagine che venivano chiamati Fornitori d’Informazione e aggiungevano alla tariffa base altri importi calcolati sempre in base al rapporto lire/minuto.

Fra i tanti c’era il servizio “12”, equivalente al servizio telefonico di allora con cui si poteva risalire agli abbonati alla rete telefonica o ai numeri di market, farmacie e altri negozi, il gateway Alitalia, dove si potevano consultare costi e orari dei voli, Postalmarket e Vetro, per fare shopping e molto altro ancora.

Il flop di Videotel

Al contrario di Inghilterra e Francia, dove il Minitel durò addirittura fino 2012, il Videotel italiano scomparì a metà degli anni ’90.

Fornitori di Informazione compravano una pagina Videotel dove inserivano rimandi che portavano l’utente negli elaboratori del Fornitore, qui le informazioni venivano gestite in modalità Teletel con tariffe a tempo.

Quando queste pagine venivano viste il costo non era addebitato sulla linea telefonica di chi si collegava, ma all’intestatario della password usata per l’accesso.

Sfruttando questa caratteristica molti hacker, quando scoprirono l’algoritmo per generare le password, riuscirono ad usare gratuitamente il Videotel creando utenze fasulle il cui conto veniva addebitato ai reali proprietari delle password.

Così il costo da subito elevato del servizio unito la scarsa sicurezza del sistema di password, portarono al prematuro fallimento del progetto Videotel.

Vuoi saperne di più?

Se vuoi approfondire la storia del Videotel e fare un nostalgico tuffo nel passato ti consigliamo questo approfondimento:

Wikipedia – Videotel

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